Catalogna: la calamita d’Europa per le aziende italiane
Non è un caso che La Casa degli Italiani di Barcellona abbia origine più di 150 anni fa, con l’obiettivo della diffusione della lingua e della cultura italiana in Catalogna. Fin dal XIX secolo la Catalogna rappresenta un mercato di grandi opportunità per le aziende italiane, grazie al suo potenziale di crescita, alla competitività, alle infrastrutture e, soprattutto, a un ambiente «business friendly», in linea con una qualità di vita indiscutibile e apprezzata da qualunque azienda straniera si accinga a presidiare questo territorio.
La Catalogna annovera ad oggi 550 aziende italiane di medie e grandi dimensioni: Generali, Menarini, Zambon, Angelini, Ferrero, Ermenegildo Zegna, Calzedonia, Campari, Geox, MaxMara, Banca Mediolanum, Luxottica, Prysmian, Panini, Gruppo Fininvest, solo per citarne alcune.
Oltre alle motivazioni anticipate poco fa, senz’altro sono di fondamentale importanza l’affinità culturale ed economica, sostenuta da un’indiscutibile vicinanza geografica, e la facilità di accesso alle infrastrutture amministrative della Catalogna, grazie ad una burocrazia molto più snella e flessibile rispetto a quella italiana.
Tali premesse hanno consentito negli ultimi tre anni un forte incremento del ruolo e della presenza dell’Italia nell’economia catalana, sancito da
un 14% degli investimenti italiani in Catalogna sul totale degli investimenti italiani nello Stato spagnolo, con oltre 100 mln di euro
un 35% delle esportazioni con destinazione finale Catalogna sul totale esportazioni italiane in Spagna per un valore di 6 mld di euro (+5,4% del 2015)
E se questi non fossero motivi sufficienti, alcuni ulteriori dati per contestualizzare a livello economico questa regione, rispetto al resto della Spagna. La Catalogna rappresenta:
il 20% del PIL spagnolo
il 23% dell’Industria spagnola
il 25% del commercio estero spagnolo
e accoglie
il 35% delle società con regolare attività di esportazione in Spagna
il 45% delle multinazionali estere in Spagna
La Catalogna si presenta effettivamente come una vera e propria calamita per aziende e investitotri dell’Europa meridionale, italiani in primis.